Contributo all’attuale dibattito sulla nuova urbanistica pistoiese.
Da tempo
studiosi e utenti, sia della Biblioteca Forteguerriana che dell’Archivio di
Stato di Pistoia, hanno cercato di segnalare alle competenti amministrazioni
territoriali (Comune e Provincia) i problemi che impediscono a questi due enti
di esplicare tutte le potenzialità che essi hanno.
È noto quanto
per l’Archivio di Stato di Pistoia sia inadeguata l’attuale sede e quanto esso
debba combattere con la mancanza dei necessari spazi. Allo stesso modo anche
per la Biblioteca Comunale Forteguerriana negli ultimi anni si sono riscontrate
analoghe difficoltà specialmente dovute alla mancanza di ambienti sufficienti
per depositi librari e soprattutto alla rarefazione del personale, in
particolare dopo la creazione della nuova Biblioteca San Giorgio.
La Biblioteca
Comunale Forteguerriana così come l’attiguo Archivio di Stato sono due enti a
servizio di una cultura storica specialistica, ma non per questo minoritaria,
in quanto base per la conoscenza, anche della società contemporanea e dell’evoluzione
del sue strutture politico-amministrative e dei suoi orientamenti culturali.
Una serie di
fortunate circostanze, però, ha fatto sì che entrambi gli enti si trovino
vicini e accomunati da simili caratteri in ordine alla cultura storica e
attualmente in una posizione importante in quanto gravitanti verso la nuova
macro-area destinata alla cultura e all’identità cittadina che si sta formando
intorno alla parte storica dell’Ospedale del Ceppo.
L’Associazione
“Pistoia città di tutti” da tempo sostiene la necessità di identificare questo
nuovo asset urbanistico, che comprende organicamente la presenza di polarità
importanti: Palazzo Fabroni, come sede espositiva di arte contemporanea, l’area
verde di piazza del Carmine, connotata da edifici monumentali, che si congiunge
senza soluzione di continuità con l’area verde del Ceppo, dove di recente è
stato eretto il Padiglione per l’Emodialisi. Con un percorso agevole e
naturale, tale area si collega con il complesso di S. Maria delle Grazie e
l’attiguo e monumentale ex-convento di S. Lorenzo (nel cui chiostro quest’anno
è stato aperto alla città un nuovo giardino).
A nostro
parere un’oculata e lungimirante progettazione urbanistica orientata a
valorizzare questa macro-area della città non può fare a meno di comprendere
nell’attuale sforzo di valorizzazione anche la zona dove insistono la
Biblioteca Comunale Forteguerriana e l’Archivio di Stato, che completano
un’offerta culturale che può essere arricchita anche dalla presenza della
Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, con la sua sede di
Palazzo de’ Rossi e le sue collezioni.
In base a
questa configurazione, il ventilato progetto comunale di vendere il vasto
fabbricato delle Leopoldine, in parte occupato dall’Archivio di Stato di
Pistoia e i suoi depositi, e in parte adibito come deposito librario della
Biblioteca Comunale Forteguerriana, priverebbe i due enti di quel minimo spazio
che consente loro di vivere esplicando il loro ruolo. In quest’ottica verrebbe
a mancare un supporto importante anche per gli utenti, che, per la loro
particolare specializzazione, hanno esigenze diverse da quelli della Biblioteca
San Giorgio. È anzi auspicabile che l’intero fabbricato delle Leopoldine possa
essere destinato ad ampliare le possibilità operative dei due enti. In caso
contrario sarebbe perduta per sempre una preziosa opportunità di crescita,
anche socio-economica, dell’intera zona che verrebbe depauperata di servizi
attualmente ivi esistenti.
Allo stesso
tempo verrebbe completamente a decadere l’opportunità e la convenienza di
attuare il così a lungo ventilato recupero della chiesa alto-medioevale di
Sant’Jacopo in Castellare con l’adiacente fabbricato della canonica, che nei
vecchi progetti doveva servire come luogo di incontro a servizio della
Biblioteca Comunale Forteguerriana.
Sarebbe auspicabile una scelta coraggiosa da parte dell’Amministrazione
Comunale, che rinunciasse in questo caso a fare cassa con la vendita delle
Leopoldine e volesse programmarne il recupero per far sì che l’area stessa
diventi il centro direzionale della Pistoia Nord dedicata alla cultura: in
posizione ottimale perché vicinissima al centro più antico di Pistoia.
Nell’attuale
situazione di grave crisi economica, che rende difficile programmare interventi
di un certo impegno con le sole forze di un’Amministrazione Comunale e pare
consigliare come più opportuna la svendita degli edifici storici rimasti,
pensiamo che convenga attuare invece, con sforzi di progettualità che
ricerchino anche le più opportune forme di finanziamento, un recupero che in
questo caso si rivela strategico per il destino dell’intera città. Individuando
ambiente e cultura come punti di forza per la creazione di un nuovo spirito
civico organicamente coordinato.
Associazione
“Pistoia città di tutti”
Pistoia, 4 aprile
2013