Una necessaria premessa
Una lunga storia di tentativi
falliti di riutilizzo del complesso di San Lorenzo precede l'ultima iniziativa
di rilancio e di sensibilizzazione sul possibile destino del monumento: la
tavola rotonda del 16 ottobre 2016
organizzata dal FAI, in collaborazione con il Comune di
Pistoia e la competente Soprintendenza, di cui più oltre è
registrata la cronaca e il contenuto degli interventi.
In epoca post-unitaria, chiesa e
convento furono soppressi e demanializzati. In particolare, dopo un consistente
intervento di adattamento pesantemente invasivo, l’intero complesso fu
destinato a Caserma e Distretto militare. Divenuto rifugio di sfollati durante
l'ultima guerra mondiale, dopo l’abbandono da parte del Demanio militare, esso
è stato sede per un certo tempo di opifici e officine. In seguito, il Comune di
Pistoia ha fatto uso del convento, del chiostro grande e della chiesa come Cantieri
comunali e deposito dei più disparati arredi ed oggetti di diversa provenienza.
L'ipotesi di destinare l'ex-chiesa come nuova sede dell'Archivio di Stato di
Pistoia, delineatasi nel corso degli anni Ottanta del Novecento, riportò
interesse sul complesso, oramai in stato di abbandono, e fece affluire un
consistente stanziamento per il restauro dell’edificio principale. Si resero
necessari studi storici sulla struttura architettonica del complesso ed un
rilievo scientifico dell’area dove si doveva intervenire con
le opere di consolidamento e adeguamento. In questo contesto, presso la Facoltà
di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze, Cristina Cerrato,
Giuliano Feola e Camilla Maffei, coadiuvati dal correlatore Prof.Pietro Ruschi,
proposero al prof.Lorenzo Nizzi Grifi, del Dipartimento di Storia
dell’Architettura e Restauro delle Strutture Architettoniche, disciplina di
Consolidamento e Adattamento degli Edifici, una tesi di laurea sul complesso di
San Lorenzo, che prevedeva, oltre ad un’approfondita indagine storica, un
accurato rilievo della ex-chiesa e dell’adiacente porzione di chiostro,
compiuto fra il 1987 e il 1988.
La tesi, dal titolo San
Lorenzo a Pistoia: da chiesa ad archivio, proposta di adattamento e
consolidamento, fu discussa il 14 luglio 1989.
Nello stesso periodo, operata la
divisione della proprietà tra il Comune di Pistoia, a cui fu assegnato il
convento, ed il Demanio, che prese in carico in maniera esclusiva l’ex-chiesa, si
attivarono anche le indagini storico-architettoniche e strutturali da parte
della competente Soprintendenza, in vista del prospettato utilizzo della
ex-chiesa. Una sintesi dei risultati dell'indagine, condotta dall’Arch.Giorgio
Pappagallo, fu edita nel 1992, così come il rendiconto del parallelo studio del
gruppo universitario degli studenti del prof.Lorenzo Nizzi Grifi, a cura della
Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Pistoia.
Durante i necessari interventi di
consolidamento strutturale e di ripristino delle coperture della ex-chiesa, vennero
anche rinvenuti sotto gli intonaci numerosi, pregevoli affreschi tre-quattrocenteschi;
altri riemersero più tardi, all'inizio degli anni Duemila. I rinvenimenti
pittorici, che ricoprivano buona parte delle pareti interne dell’aula, rivelarono
inopportuna e difficilmente praticabile la destinazione d'uso prospettata. In
attesa di ulteriori fondi e di un nuovo progetto di riutilizzo,
fu attuata la sola fermatura delle superfici pittoriche e il solo restauro
conservativo dei dipinti. Anche di essi venne data notizia in apposite
pubblicazioni. Durante i restauri dell'ex-chiesa, la Soprintendenza ritenne
opportuno procedere anche nell'attiguo convento (nel frattempo liberato dal
materiale eterogeneo ivi depositato) a qualche intervento dei più urgenti con
gIi ultimi fondi a disposizione: come la
copertura di alcuni tetti
delle volte del chiostro grande e la sua parziale
pavimentazione.
Il complesso, tuttavia, rimase
chiuso e inaccessibile al pubblico; né furono formulati progetti di ulteriori
destinazioni. Il piano urbanistico per il centro storico Pistoia (piano
Cervellati) ne indicava come più opportuna la destinazione
culturale-turistico-ricettiva. Tentativi di reperire risorse economiche per il
riutilizzo del convento, affidati dal Comune di Pistoia a project-financing (che prevedevano tra l’altro la realizzazione al
di sotto dell'intera piazza San Lorenzo di un parcheggio interrato a
pagamento), non hanno avuto esito
e sono stati abbandonati.
Il 3 ottobre
del 2010 l'Associazione di
volontariato culturale "Pistoia città di tutti" ha dedicato una
giornata di studio, di dibattito pubblico e di conoscenza diretta al complesso
monumentale di San Lorenzo, nel quadro della più ampia iniziativa di
sensibilizzazione per Il patrimonio
monumentale della città fra restauro, riuso e abbandono, dedicata in
precedenza al complesso della SS. Annunziata
e che successivamente avrebbe affrontato i problemi connessi al complesso
monastico di S. Maria delle
Grazie e alla sua chiesa rinascimentale.
Nella giornata del 3
ottobre 2010 fu possibile concordare con i competenti uffici
comunali e con la Soprintendenza fiorentina l'apertura e la visita sia del
chiostro conventuale sia della ex-chiesa. L'iniziativa ebbe uno straordinario
successo (i visitatori furono in numero stimato fra 700 e 800 persone) e
suscitò dibattiti in varie sedi cittadine, in quotidiani
e riviste.
In conseguenza di ciò, il
vivaista Miro Mati offrì al Comune di Pistoia, in vista di una possibile, sia
pur episodica, apertura del chiostro ai cittadini, un arredo arboreo con piante
autoctone e antiche azalee, per adornare il riquadro centrale del chiostro
stesso, tutto attorno alla croce in ferro con basamento erettavi nei primi
decenni del secolo XIX dai
Cappuccini, che per qualche tempo hanno abitato
il convento e officiato la Chiesa,
prima della definitiva soppressione. Il "giardino nel chiostro”, qualche
tempo dopo, venne solennemente inaugurato dall'attuale sindaco di Pistoia.
Ad oggi tuttavia, per mancanza di
adeguata manutenzione (che avrebbe dovuto spettare al Comune) nel riquadro
centrale 'a verde' del chiostro grande è rimasta, sul tappeto erboso, la serie
discontinua delle piantine di bosso finora sopravvissute all'inclemenza delle
stagioni; esse componevano il
disegno convergente verso il centro con la croce in ferro, intorno alla quale
ora restano solo alcuni rustici cespugli fioriti.
Come è
stato possibile riscontrare nell'ultima apertura del
complesso di San Lorenzo, promossa dal FAI nella domenica 16 ottobre 2016,
risulta che la Soprintendenza è intervenuta
all’interno dell’ex-chiesa demaniale con le necessarie opere per consentire un
accesso in sicurezza dei visitatori. L'attiguo convento risulta invece
interessato da un evidente degrado,
soprattutto nelle coperture intorno al chiostro grande relative agli ambienti
attigui, con consistenti infiltrazioni d'acqua che hanno in parte ammalorato
intonaci e dipinti delle ali di sud-ovest.
Gli accessi agli ambienti interni
del convento, non visitabili perché pericolanti, sono stati sigillati.
La quieta, ariosa e suggestiva
bellezza 'rinascimentale' del grande chiostro del convento – che ancora,
miracolosamente, sembra intatta e tuttora attira i visitatori – non è
tuttavia che l'illusorio paravento (composto dalle pareti
perimetrali campite dai luminosi intonaci, dalle eleganti volte, dalle
proporzionate simmetrie delle strutture) che nasconde il degrado e l'oscura
rovina degli ambienti retrostanti, dovuti all’assenza dei pur necessari
interventi, per cui si prefigura il possibile collasso statico delle parti più
fatiscenti, già individuabili con chiarezza.
Ad oggi, non sono previsti
stanziamenti per il convento di San Lorenzo, per il venir meno di concrete
prospettive di destinazione d’uso
dell’intero complesso, che possano arricchire il presente ed il futuro di
Pistoia.
L’attuale assenza di orientamenti
per misurarne un preciso ruolo - adeguato ai parametri delle delle opportunità
ulteriori da offrire al destino della città contemporanea – segna, a nostro
avviso, sia una temporanea lacuna nella programmazione urbana, da colmare con
una lungimirante visione complessiva (nel costante adeguamento, peraltro
necessario, alle attuali congiunture del vigente Piano urbanistico), sia
un’oggettiva, per quanto probabilmente provvisoria, situazione di stallo.
Superabile, ci auguriamo, anche con l’apporto di nuove idee e nuove
prospettive, capaci di riaprire l’orizzonte anche ad ulteriori possibilità
d’investimento economico, grazie a sinergie che ancora possano attivarsi.
L’odierna situazione del
complesso di San Lorenzo, non particolarmente confortante, fa comprendere i
generosi intenti che hanno mosso gli organizzatori della tavola rotonda del 16 ottobre 2016: che si tiene, non a caso, come sottolineatura non
marginale della 'festa sociale' della nuova apertura dell'intero complesso
monumentale, grazie alla spinta promotrice dei Giovani del FAI di Pistoia,
d'intesa con la Soprintendenza.
Cronaca
della tavola rotonda sul destino del complesso di San Lorenzo tenutasi domenica
16 ottobre 2016.
Domenica 16
ottobre 2016, dalle
ore 10,30 alle ore 13,30,
nella sala maggiore del Palazzo Comunale si è
tenuta la tavola rotonda su La chiesa e il convento di San Lorenzo. Un monumento per la città di
Pistoia, organizzata in coincidenza con la giornata FAI-MARATHON, dedicata
per l'occasione all'apertura e alla visita del complesso conventuale, in collaborazione
con il Comune di Pistoia e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e
Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e
Prato.
Nel comunicato che presentava
l'iniziativa si legge:
"La proposta del Fondo
Ambiente Italiano – Gruppo FAI Giovani di Pistoia e Delegazione FAI di Prato e
Pistoia – di dedicare il consueto appuntamento della giornata nazionale FAI
MARATHON al complesso di San Lorenzo, aprendo ai visitatori, ai turisti e ai
cittadini pistoiesi sia l'ex chiesa che la parte conventuale, costituisce una
irrinunciabile sollecitazione nel riflettere insieme sulle condizioni di
conservazione e sulle possibili prospettive di uso e di valorizzazione di
questo monumento, che a partire dalla soppressione post-unitaria è
rimasto sostanzialmente escluso alla disponibilità della
città di Pistoia, nonché dei visitatori e
degli studiosi, tranne alcune episodiche aperture e nonostante l'importanza
della sua struttura architettonica e della sua decorazione pittorica.
La giornata è
dunque l'occasione per mostrare a tutti sia la bellezza di
questo complesso sia recenti studi sulla ex chiesa, e costituisce al tempo
stesso l'occasione per un dialogo aperto tra amministratori, architetti,
studiosi, docenti, associazioni di cittadini, e soprattutto con tutta la città,
che consenta di prefigurare le forme con le quali l'eccezionale patrimonio
artistico che connota la città storica possa continuare a svolgere la sua
funzione di risorsa culturale e – perché no? – economica, nella costruzione del
nostro futuro".
Alla tavola rotonda sono
intervenuti: il sindaco di Pistoia Samuele Bertinelli; Andrea Pessina,
Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio; Laura Rovellotti Bonafede,
Responsabile FAI per Pistoia della Delegazione di Prato e Pistoia; Andrea
Bartolini, Responsabile del Gruppo FAI Giovani di Pistoia; Elisa Spilotros,
Direzione del Servizio Governo del Territorio e Edilizia Privata del Comune di
Pistoia; Maurizio De Vita, docente dell'Università degIi Studi di Firenze;
Michele Paradiso, docente della medesima Università; Pietro Ruschi, docente
dell'Università degli Studi di Pisa; Lucia Gai e Giuliano Feola, rappresentanti
dell'Associazione di volontariato culturale "Pistoia città di tutti";
Gianluca Chelucci, console regionale del Touring Club Italiano; Maria Cristina
Masdea e Valerio Tesi, funzionari competenti per territorio della
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Quest'ultimo ha fatto da
moderatore della tavola rotonda.
Il Soprintendente Andrea Pessina,
facendo cenno all'attuale situazione che concerne il patrimonio monumentale e
artistico italiano, per il quale sono venuti a mancare consistenti stanziamenti
per gli interventi di consolidamento e restauro, ha individuato le nuove
prospettive di riutilizzo che si sono aperte negli ultimi anni, con
l'accresciuto valore dato alle risorse culturali del paese, ed ha fatto
presente che ha potuto ottenere, per l'attuale giornata di apertura della ex
chiesa di San Lorenzo, di proprietà Demaniale, un discreto stanziamento per la
sistemazione e la messa in sicurezza dell'interno dell’edificio.
Nei successivi
interventi i rappresentanti del FAI, Laura Rovellotti Bonafede per la
Delegazione Prato-Pistoia e Andrea Bartolini per il Gruppo FAI Giovani di
Pistoia, hanno ricordato le precedenti iniziative del FAI per la
sensibilizzazione e la conoscenza diretta dell'importante monumento cittadino
ed hanno sottolineato quanto anche l'attuale affluenza dei visitatori, accorsi
numerosissimi, provi la 'presenza’ nella società cittadina di questo
"luogo del cuore".
Elisa Spilotros, in qualità di
Dirigente del Servizio Governo del Territorio e Edilizia Privata del Comune di
Pistoia, con il suo breve e non circostanziato intervento sulle vicende
urbanistiche del complesso, ha dimostrato sostanzialmente l'assenza di
qualsiasi progetto in corso per il convento, nella non rassicurante prospettiva
di dover contemplare anche l'eventualità di lasciar crollare ciò che deve
crollare.
Diversamente, i docenti Maurizio
De Vita e Michele Paradiso, dell'Università degli Studi di Firenze, hanno messo
in rilievo il grande interesse culturale e strutturale del monumento,
soffermandosi a considerare le originali soluzioni architettoniche adottate
dagli ingegneri del Demanio Militare per la ristrutturazione del grande vano
interno dell'ex-chiesa di San Lorenzo, e informando i presenti degli ulteriori
studi seminariali e di un tema di laurea
da loro assegnati sull'argomento.
Pietro Ruschi, docente
all'Università degli Studi di Pisa, ha anch'egli rilevato l'importanza
storico-monumentale del complesso conventuale agostiniano e le sue evidenti
potenzialità, e reso noto lo studio seminariale da lui assegnato ad un gruppo
di studentesse, conclusosi col rilievo dell'ex-chiesa.
Nessun complesso conventuale
pistoiese, si osservava pertanto, pare sia stato tanto studiato, indagato e
rilevato come quello di San Lorenzo, per quanto esso finora non sia parte
attiva nella vita della città.
Ne erano eloquente testimonianza
le tavole grafiche esposte nel chiostro grande di San Lorenzo in occasione
della giornata di apertura, dove, fra i diversi rilievi, si facevano apprezzare
quelli dedicati alla suggestiva ricomposizione unitaria dell'insieme di
affreschi rinvenuti, su ciascuna delle pareti dell'ex-chiesa agostiniana. Tale
materiale illustrativo è anche
servito a giovani del FAI e ad altrettanto giovani universitarie e laureate per
spiegare meglio ai visitatori la struttura dell'edificio e la sua situazione.
In seguito Giuliano Feola,
dell'Associazione "Pistoia città di tutti", in qualità di co-autore
di uno dei primi rilievi della
ex-chiesa e dello studio storico completo sul complesso (materia
della tesi di laurea discussa nel 1989 con il professor
Lorenzo Nizzi Grifi della Facoltà di Architettura di
Firenze e con il prof.Pietro Ruschi come correlatore)
ha illustrato con un'efficace sintesi, corredata anche da
preziose fotografie sullo stato dell'edificio prima del restauro, sia le
vicende architettoniche del monumento dalle origini ai tempi nostri, sia in
particolare le condizioni architettoniche attuali dell'ex-chiesa.
Nel seguente intervento Cristina
Masdea, funzionario della Soprintendenza, ha presentato un’eloquente panoramica
degli affreschi rinvenuti sotto gIi intonaci, precisando le modalità adottate
per il solo restauro conservativo, e concludendo con la proposta di destinare
l'ampio ambiente dell'ex-chiesa a suggestivo museo delle sculture di Marino
Marini, che a suo parere per la loro grandiosità ben si adatterebbero a tale
luogo.
Successivamente Lucia Gai,
dell'Associazione "Pistoia città di tutti", ha brevemente fatto cenno
all'interesse costante dell'Associazione per i beni culturali, artistici e
architettonici pistoiesi: dimostrato con l'organizzazione, fra 2010 e 2011, di
ben tre giornate di studio e di pubblico dibattito dedicate al tema: Il patrimonio monumentale della città fra
restauro, riuso e abbandono, e in particolare ai tre complessi in disuso
della SS. Annunziata, di S.
Lorenzo e di S. Maria delle Grazie alias del Letto. Ha anche
ricordato i dibattiti sorti in città, specialmente sul destino del complesso di
S. Lorenzo, meglio conosciuto per
l'occasione grazie ad una visita sia del convento che della ex-chiesa, resasi
possibile grazie alla collaborazione del Comune di Pistoia e della competente
Soprintendenza. In particolare, Gai ha menzionato, fra le opinioni e le
proposte, quelle del noto studioso delle città europee Marco Romano e
dell'altrettanto conosciuto urbanista pistoiese Giuliano Beneforti,
sostanzialmente favorevoli a lasciar decidere, per la destinazione di simili
beni, a chi ne volesse
finanziare il recupero, e non propensi a prevederne – sempre e comunque – solo
una destinazione 'culturale'.
Gai ha anche ricordato
l'iniziativa del vivaista Miro Mati, il quale, colpito dalla grande bellezza
del chiostro di San Lorenzo, ha offerto gratuitamente alla città, in vista di
possibili, temporanee aperture al pubblico, l'arredo con piante verdi e fiorite
del riquadro centrale esistente nel chiostro. Ultimamente, ha ricordato ancora
Gai, l'Associazione ha organizzato, il 15 settembre 2015, con la presentazione
del recente libro di Tomaso Montanari Privati
del Patrimonio e con l'intervento dell'autore, una giornata dl riflessione
e di dibattito pubblico sulle attuali prospettive di tutela e di gestione del
patrimonio nazionale. L'incontro era di attualità anche per Pistoia, e per
questo era stato invitato anche il sindaco: per conoscere il suo pensiero in
merito (ma Bertinelli
non aveva potuto essere presente, per altri impegni), dato che anche nella
nostra città era stato inserito in un elenco di beni
alienabili anche qualche importante complesso monumentale, che pertanto era
suscettibile di vendita e futura
alienazione a privati. Dopo l'interruzione, dovuta alla
vivace reazione del sindaco
(cui è stata data la
parola per precisare che la presenza, nell'elenco dei beni alienabili di certi
edifici comunali, non significava "metterli in vendita" – invitando
la relatrice ad una maggior
precisione terminologica – ma
operare con i previsti passaggi burocratici per poter trovare chi ne
finanziasse un uso e un recupero positivo per la città, contestualmente
esprimendo 'delusione' per la posizione assunta da Montanari), Gai ha potuto
concludere con la proposta di considerare urbanisticamente rilevante il
complesso di San Lorenzo, per le sue potenzialità culturali e turistiche,
specialmente in considerazione della vicinanza con gli edifici del vecchio
ospedale del Ceppo (di cui è iniziato
il recupero 'culturale' e polifunzionale) e dell'ex-monastero e chiesa
rinascimentale di S. Maria delle Grazie.
Peraltro, a suo avviso, un
progetto di riutilizzo del San Lorenzo all'interno dell'asset strategico di quanto si trova nell'intera zona (da
considerare complessivamente e non per parti cui dare destinazioni per così
dire 'occasionali') non può che formularsi, nell'attuale situazione di crisi
economica della città, riconsiderando senza schemi preconcetti il
ruolo stesso di Pistoia entro
il settore nord-occidentale della regione Toscana.
Ultimo ad intervenire, prima delle conclusioni del sindaco
Samuele Bertinelli, è stato Gianluca Chelucci, console regionale del Touring
Club Italiano, che ha sottolineato come gIi orientamenti generali sui beni
culturali pubblici si siano rimodulati negli ultimi tempi, dato che la
"cultura" è attualmente considerata apportatrice di benessere e
crescita. Ha ricordato, a questo proposito, il recentissimo convegno LUBEC
tenutosi a Lucca il 13 e 14 ottobre di quest'anno 2016. Qualcosa è cambiato: la cultura è benessere e crescita, cui
ha partecipato anche il nostro sindaco, nel corso del quale è stato
sottolineato il ruolo strategico degli attrattori culturali locali. Chelucci ha
rilevato che anche a Pistoia “qualcosa è cambiato” negli ultimi anni,
nell’intervallo tra la visita in San Lorenzo promossa dall’Associazione
“Pistoia città di tutti” nel 2010 e l’attuale organizzata dal FAI: come
dimostrano le iniziative, di ampio investimento da parte di soggetti pubblici e
privati, dei “Dialoghi sull’uomo”, di “Leggere la città”
etc. e la stessa designazione di Pistoia come “Capitale italiana della cultura
2017”, cui ha fatto riscontro un crescente interesse per la città e la nascita
di nuove strutture turistico-ricettive.
Si è dunque passati, per il complesso di San Lorenzo,
dall’evocazione del “libro dei sogni” (rispetto al quale si considerava
inattuabile qualsiasi progetto di utilizzo di grande respiro), alla
sottolineatura del concetto di “bene comune”, a quello, attuale, di opportunità
sotto il profilo del Welfare
culturale e turistico.
Perciò la valenza di San Lorenzo, nella sua unicità, si
delinea oggi sia come irripetibile risorsa strategica nel contesto cittadino
sia come elemento attrattivo su ampia scala (regionale e oltre). Il destino di
San Lorenzo, dunque, non appartiene, in questa prospettiva, solo a Pistoia, ma
merita strategie di lungo periodo da parte di enti programmatori di livello
superiore.
In definitiva si tratta di un nuovo orientamento alla luce
del quale riesaminare, più in generale, anche il ruolo possibile da assegnare
ai complessi monumentali in disuso a Pistoia e altrove, in qualità di
potenziali fattori di crescita – non solo cuIturale, ma anche economica per
l'indotto conseguente – tali da rendere 'convenienti' anche gli investimenti
relativi (con sinergie pubblico-privato) necessari al recupero e alla
rifunzionalizzazione. Solo un'accorta progettazione urbanistica delle
'funzioni' da assegnare ad ognuno di questi edifici di pregio dismessi, con la
massima partecipazione dei cittadini, ha concluso Chelucci, può evitare
distorsioni ‘localistiche’ di prospettiva e di valutazione. Perché anche
Pistoia può essere davvero il luogo dove si realizza a pieno titolo il Welfare culturale auspicato.
Un ampio giro
d'orizzonti da parte del Sindaco Bertinelli su
prospettive, criticità e attese in merito agli interventi finora programmati e
in via di attuazione a Pistoia – fra cui la destinazione come co-housing per anziani, persone con
problemi abitativi, altre con bisogni sociali simili, dei complessi attigui
delle Crocifissine e dei SS. Giorgio ed Elisabetta (inseriti
nell'elenco dei beni alienabili), gradita alla Fondazione Cassa di Risparmio di
Pistoia e Pescia come possibile finanziatrice o co-finanziatrice del recupero
dei medesimi; e la prospettiva, già peraltro tramontata, di destinazione turistico-ricettiva
dei complessi di San Lorenzo e di Santa Maria delle Grazie – ha concluso la
tavola rotonda. Nell'intervento risulta recepita dal Sindaco con interesse, e
con aperture possibiliste, la proposta avanzata da Maria Cristina Masdea di
destinare l'ex-chiesa di San Lorenzo come museo delle sculture di Marino
Marini, qualora ciò sia fattibile.
Infatti – è
la nostra postilla – ciò dovrebbe prima comportare la
sistemazione definitiva del problema della doppia proprietà del complesso di
San Lorenzo, di cui il Comune di Pistoia possiede solo il fabbricato
(fatiscente) del convento, e il Demanio l'ex-chiesa,
dal restauro incompleto, dove dovrebbe essere
trasferito eventualmente il Museo Marino Marini.
Peraltro, a quanto è stato
constatato come risultato statistico dell'apertura complessiva del San Lorenzo,
i visitatori sono stati, nell'intera giornata, circa 700, con prevalenza di
nuclei familiari.
La scheda orientativa, con
notizie essenziali distribuite per le visite dei due complessi di San Lorenzo e
di Santa Maria delle Grazie dai giovani del FAI-MARATHON, era dedicata
all'elemento unificante: San Lorenzo: la
piazza dei monasteri dimenticati.