I nubifragi che hanno colpito la
città e il territorio pistoiese fra la notte del 20 e il 22 ottobre scorso,
hanno ripresentato in tutta la loro drammatica attualità il ripetersi di un
problema plurisecolare, quello dell’allagamento di aree interessate dalla
presenza di corsi d’acqua particolarmente difficili da regimare. Una delle aree
più sensibili, addirittura all’interno della città, risulta quella compresa fra
piazza San Lorenzo e San Bartolomeo che, anche, in questa occasione, si è
puntualmente allegata. È noto peraltro che fin dal Medioevo la zona ad est
dell’antico centro abitato si chiamava “in pelago” e “in pantano”.
Il “rischio idraulico” fa parte
dunque della storia dell’antico orto monastico di San Bartolomeo peraltro
attraversato da tratti dell’antico acquedotto cittadino, chiamati “Gore”. Come
noto, qui è stata ipotizzata la realizzazione di un parcheggio sotterraneo di
350 stalli su tre piani interrati.
In merito alla controversa
questione, che si trascina dal giugno 2011, sull’opportunità o meno di
realizzare questo parcheggio, l’Associazione di volontariato culturale “Pistoia
città di tutti” desidera intervenire sui recentissimi sviluppi della
situazione.
Da un articolo pubblicato da “La
Nazione” il 6 ottobre scorso (“San
Bartolomeo: la falda non c’è”, Cronaca di Pistoia, pagina 6), sembrerebbe
che ormai molte problematiche legate all’area siano state appianate, dato che
vi si dichiara che la falda d’acqua non esiste in tale zona, e che comunque è
stato dimostrato che la gora che l’attraversa non è demaniale. Nello stesso
articolo però si fa cenno al recente aggiornamento della legge sul rischio
idraulico, per cui in questo luogo non è consentita la realizzazione di locali
interrati.
L’Associazione, dal canto suo,
intende precisare che la situazione non è quella presentata, e per questo rende
disponibile sul suo sito un più dettagliato documento in merito (cfr. “Rischio idraulico e gore demaniali in San Bartolomeo”).
Qui importa segnalare che la
risposta del Genio Civile sul rischio idraulico della zona, inviata agli
interessati il 1° ottobre scorso, consente intanto di affermare che: a)
nonostante numerosi controlli effettuati la situazione delle acque sotterranee
- libere, semiconfinate e confinate - non risulta affatto chiara; b) che in
base all’aggiornamento normativo PAI sul rischio idraulico la zona è
classificata come “P.I. 2” e quindi non è consentito effettivamente realizzarvi
locali interrati.
Va intanto notato che nell’area dell’antico
orto di San Bartolomeo esiste ancora una gora sotterranea, ignorata per lungo
tempo, oggi opportunamente documentata e fotografata (cfr. "quarratanews.blogspot" del 5 settembre 2013).
Per quanto riguarda la demanialità o meno di questa gora, quello che finora è dato conoscere è che, in base ad una perizia fornita dall’arch. Gianluca Iori, il Demanio ha modificato la sua precedente posizione, addivenendo alla convinzione che la gora non sia demaniale.
Per quanto riguarda la demanialità o meno di questa gora, quello che finora è dato conoscere è che, in base ad una perizia fornita dall’arch. Gianluca Iori, il Demanio ha modificato la sua precedente posizione, addivenendo alla convinzione che la gora non sia demaniale.
Circa la demanialità di questo
condotto d’acqua, è possibile riscontrare dai documenti disponibili e dalla
cartografia storica che si tratta di un preciso settore dell’antico acquedotto
pistoiese, indicato come “Gora di Scornio”, che provenendo da nord, dalla zona
di piazza San Lorenzo, si immetteva nell’area dell’orto di San Bartolomeo e ne
usciva a sud riunendosi al resto dell’acquedotto. Perciò non poteva trattarsi
di una “Calla” o condotto privato di proprietà dei Regolari di San Bartolomeo.
Tale situazione è rimasta sostanzialmente immutata anche con la costituzione
dell’omonima parrocchia.
L’intera questione è attualmente
sottoposta al parere del TAR, cui ha ricorso l’impresa Napoletana Parcheggi che
intenderebbe realizzare l’opera, mentre l’iter comunale in merito è attualmente
sospeso.
Per quanto ci riguarda, come
cittadini ed in qualità di persone a conoscenza della documentazione storica
che prospetta un effettivo rischio idraulico, ci auguriamo che le decisioni
ancora da prendere, a qualunque livello, tengano conto di una situazione
oggettivamente molto problematica dal punto di vista idro-geologico e
ambientale e anche per quanto può essere causa di irreversibili danni al
patrimonio storico-culturale e monumentale pistoiese.
Lucia
Gai
Coordinatrice
dell’Associazione “Pistoia città di tutti”